Da domani scuole chiuse nei comuni più a rischio

Da domani scuole chiuse nei comuni più a rischio

Da domani chiuderanno le scuole, dalle elementari alle superiori, nei comuni più a rischio fra quelli che erano stati inseriti nell’elenco dei 31 più colpiti dal Covid, quasi tutti in provincia di Perugia.

È quanto è stato stabilito nel corso del vertice tra i primi cittadini e i vertici della sanità regionale, che si è concluso poco fa.

La Usl nell’ultimo documento presentato oggi ha chiesto "un’ordinanza contingibile e urgente" finalizzata al contenimento dei contagi.

In base a questo i sindaci emetteranno ordinanze che – salvo eccezini e distinguo – chiuderanno le scuole fino al 14 febbraio.

Per i comuni più piccoli, quelli inferiori a 5mila abitanti, ci saranno ulteriori valutazioni.

– LA NOTA ANCI –

«Sulla base della lettera del servizio igiene e sanità pubblica territoriale (Isp) che fornisce indicazioni ‘cogenti’ e che sta arrivando ai 31 comuni che presentano una maggiore incidenza di casi Covid, i sindaci in questione hanno deciso di emanare ordinanza di inibizione delle attività didattiche in presenza per le scuole primarie e secondarie di I e II grado, per 14 giorni. La lettera dell’Isp di oggi fa seguito a una precedente missiva della presidente Tesei e alla relazione del Comitato tecnico scientifico già pervenuti ai Sindaci nei giorni scorsi».

Nella lettera dell’Isp si legge che «in considerazione del progressivo diffondersi del Covid-19 sul territorio, tenuto conto che tale diffusione determina un grave rischio per la salute pubblica, si richiede l’emissione di provvedimento ordinativo contingibile ed urgente finalizzato all’adozione delle misure di contenimento della diffusione del Covid-19», fra cui, appunto, la sospensione dell’attività didattica.

All’incontro hanno preso parte anche il direttore regionale della salute e welfare Claudio Dario e il commissario per l’emergenza Covid Massimo D’Angelo, che hanno ribadito «la necessità dei provvedimenti anche a scopo preventivo, considerato il tasso di propagazione molto elevato dell’infezione».

Per quanto riguarda i comuni sotto i 5 mila abitanti, il direttore Dario ha assicurato che «sarà effettuata un’analisi di contesto con evidenza delle specifiche misure di gestione della situazione epidemica da condividere con il sindaco». Il nodo, in questo caso, come era emerso dalla nota Anci di domenica, è legato al fatto che in tali contesti, anche un piccolo aumento di casi fa schizzare in alto l’incidenza, ‘falsando’ la valutazione. I sindaci dei piccoli comuni, quindi, agiranno caso per caso. E diversi hanno già deciso che, da loro, le scuole per il momento non chiuderanno.

«I sindaci – commenta il presidente di Anci Umbria, Michele Toniaccini – hanno evidenziato che qualora le condizioni epidemiologiche dovessero consentirlo, e in accordo con le autorità sanitarie locali, si potrà procedere a una revisione del provvedimento. Inoltre, è stato anche chiesto che ci siano maggiori controlli sui territori, oltre a quelli effettuati dalla polizia municipale, per non vanificare le misure restrittive adottate con grande senso di responsabilità e con spirito di collaborazione fra enti e istituzioni diversi, con l’unico interesse di tutelare la salute dei cittadini, agendo non solo per contenere la curva epidemiologica, ma anche a scopo preventivo».