Vocabolo Sabbione, detenuto dà fuoco alla cella: 6 agenti intossicati
Sono state ultime ore da incubo, quelle appena trascorse nella Casa circondariale di Terni, dopo che un detenuto, straniero e con problemi psichiatrici, ha dato fuoco alla cella e causato l’intossicazione di sei appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria.
Due detenuti, uno straniero con problemi psichiatrici e l’altro italiano, palesemente ubriachi, si sono resi protagonisti di una lite per la quale si è reso necessario l’intervento dei poliziotti. I due avevano bevuto della grappa, prodotta evidentemente in cella con la frutta macerata.
"A questo hanno portato questi anni di ipergarantismo nelle carceri, dove ai detenuti è stato praticamente permesso di auto gestirsi con provvedimenti scellerati ‘a pioggia’ come la vigilanza dinamica e il regime aperto, con detenuti fuori dalle celle pressoché tutto il giorno a non fare nulla nei corridoi delle sezioni", denuncia il Sappe, sindacato polizia penitenziaria.
Intervenuta anche la Cgil. “Negli ultimi anni abbiamo segnalato più volte una cattiva gestione dei trasferimenti dei detenuti da parte del Provveditorato di Firenze e del Dipartimento, che continuano a inviare a Terni soggetti pericolosi – scrive in una nota la Fp Cgil polizia penitenziaria di Terni – più volte abbiamo sottolineato che la popolazione detenuta in questo Istituto non solo è evidentemente problematica, ma assolutamente sproporzionata rispetto al personale effettivamente operativo”.
I numeri parlano chiari: 530 detenuti a fronte di 200 poliziotti, un rapporto difficilmente rinvenibile nell’intero panorama nazionale.
“Per venire ai recenti avvenimenti – continua la Fp Cgil – ricordiamo che a seguito della recente rivolta del 16 ottobre, contrariamente a quanto pubblicato da alcune testate su indicazione dell’amministrazione, non tutti gli artefici dei disordini sono stati trasferiti, ne restano ancora almeno 5. Ma nella cattiva gestione la realtà supera la fantasia: infatti, sono stati assegnati 7 ispettori, ma 5 trasferiti ad altra sede e 2 prossimi al pensionamento, quindi il saldo è pari a zero”.
Il sindacato segnala inoltre che anche un agente è stato trasferito nell’ambito di una mobilità straordinaria; senza dimenticare che nell’ultima mobilità sono giunti meno della metà dei poliziotti attesi, in quanto gli altri sono stati assegnati a vario titolo ad altre sedi (legge 104, mandato elettorale, distacchi ministeriali, ecc.)”.
“In parole povere – insiste la Fp Cgil – dal punto di vista amministrativo il DAP invia personale, ma gli uomini non arrivano. Peggio sul versante detenuti, non solo non si trasferiscono quei soggetti segnalati ed indesiderati, ma continuano ad arrivare detenuti problematici. L’ennesimo episodio di cattiva gestione da parte del Provveditorato è avvenuto oggi ieri. L’ufficio ha infatti assegnato a Terni un pericolosissimo soggetto che appena giunto ha distrutto una cella, sputando sul personale operante e ingiuriandolo. Successivamente, quando tutto sembrava tornato all’ordine, sempre lo stesso detenuto ha causato un incendio all’interno della stessa camera detentiva. Ci sono stati poliziotti coinvolti per aver inalato fumi dovuti a combustione. L’incendio ha devastato l’intera cella, creando così panico all’interno della semi-sezione di prima accoglienza. Se fossimo in ambito pubblico si potrebbe parlare di una gestione fallimentare. Per cui continuiamo a chiedere seri interventi su questo Istituto, indirizzati sia sull’aumento del personale effettivo (e non a chiacchiere) sia sulla consistente diminuzione dei detenuti presenti. Chiediamo, ancora, che la Direzione ed i vertici dell’Istituto ternano "battano i pugni sul tavolo" e la finiscano di mettersi sempre e comunque a disposizione dei superiori uffici. Tutto questo a garanzia dei lavoratori e per evitare rischi alla sicurezza sociale dei cittadini e delle donne e uomini della Penitenziaria. Senza positivo riscontro ci attiveremo con ulteriori iniziative”, conclude la Fp Cgil.