Hacker negli uffici provinciali, si riprende a singhiozzo
C’è aria di scoramento negli uffici della Provincia di Perugia.
Passeggiando nei corridori, ogni due tre uffici si trova un dirigente affranto, che è impossibilitato a lavorare, con il computer ancora staccato dalla rete.
C’è chi è costretto a monitorare le mail dal cellulare, per poi servirsi del pc dei colleghi per rispondere caricando allegati.
Davanti alla fotocopiatrice e negli uffici ci si confronta su quanto accaduto mentre gli addetti alle pulizie si meravigliano di quest’aria surreale e della presenza delle telecamere.
Dopo una settimana di tentennamenti, da piazza Italia finalmente hanno ammesso che i danni sono più gravi di quanto si sospettasse.
Molti file sono stati rubati, ancora di più quelli criptati: il 50% dei terminali è finito sotto attacco e, nella migliore delle ipotesi, è stato salvato staccandolo dalla rete.
Ma mentre si cerca il recupero dei dati l’attività è ferma.
Nella sede dirigenziale, ma anche in quella di via Palermo, dove ci sono i servizi più preziosi per la cittadinanza.
A rischio, oltre ai file dei progetti e delle procedure di appalto – che non possono essere gestiti se non attraverso i programmi ad hoc caricati sui pc – anche i dati personali, tanto che la provincia è stata costretta a un comunicato stampa per informare i diretti interessati su larga scala.
L’ultimo backup risale al maggio dello scorso anno, ma alcuni dati sono aggiornati addirittura al 2022.
Il conteggio dei danni fisici è semplice, quello dei dati immateriali e quello dei danni di immagine al momento è incalcolabile.
Nel pomeriggio è arrivato un comunicato della Lega in cui si punta il dito contro l’amministrazione Proietti per la scarsa trasparenza nelle comunicazioni di questi giorni.