Offese, minacce e revenge porn: 37enne indagato
Divieto di avvicinamento alla persona offesa, con divieto di dimora nel territorio comunale di Assisi per un uomo di 37 anni indagato per il reato di atti persecutori nei confronti della compagna e del padre di quest’ultima.
Dall’attività di indagine, avviata dal personale del commissariato di Assisi a seguito di querela della persona offesa, è emerso che, negli ultimi tre mesi, in più occasioni, l’uomo si è reso protagonista in modo continuativo di aggressioni verbali e fisiche, ingiurie e minacce nei confronti della compagna, in alcuni casi anche alla presenza dei figli della coppia (minorenni).
La donna si è trasferita, lasciandolo, ma ciò non ha fermato l’uomo, che ha minacciato la donna di diffondere a terze persone e sui social alcuni video che li ritraevano in atteggiamenti intimi.
E a quanto risulterebbe dalle indagini pare che effettivamente alcuni video siano stati inoltrati a terze persone.
Ad aggravare la posizione dell’indagato, inoltre, minacce di morte nei confronti del padre della donna.
Per questo motivo, la procura di Perugia, ha chiesto e ottenuto l’ordinanza di applicazione della misura coercitiva, emessa dal Gip.
In sede di interrogatorio di garanzia l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Intanto, sempre in tema revenge porn, arriva la notizia di una condanna a due anni e dieci mesi di carcere con rito abbreviato per un 25enne di Assisi accusato di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti e simulazione di reato.
Secondo l’accusa ha diffuso «su un sito internet immagini e video destinati a rimanere privati e condotte sessuali poste in essere con la giovane, senza il suo consenso». Ha anche diffuso «immagini relative ad atti di auto erotismo della donna, video dei quali aveva il possesso esclusivo». Immagini della giovane con il seno scoperto sono state rinvenute su Whatsapp, Instagram e su gruppi Telegram. La Procura aveva chiesto una condanna a tre anni e quattro mesi. Per gli avvocati della vittima la condanna è troppo lieve e rappresenterebbe “messaggio scoraggiante per le donne che denunciano”.