Servizi alla Disabilità: oltre il 90% ricorre al privato
Il 90,7% delle persone con disabilità che vivono in Umbria ha dovuto usufruire almeno una volta di prestazioni sanitarie private.
È questo uno dei dati emersi dal “Rapporto indagine conoscitiva su persona con disabilità e assistenza territoriale” promosso da La Pietra Scartata Aps e presentato nel corso del convegno “La centralità della persona nell’assistenza territoriale”, organizzato dalla stessa associazione e che si è tenuto presso il Centro congressi dell’Hotel Giò a Perugia. Un focus sull’assistenza territoriale che il Servizio sanitario nazionale ed il welfare sociosanitario contemporaneo offrono alle persone con disabilità ed alle loro famiglie nella progettualità e reale sostenibilità di una vita indipendente che, necessariamente, si sostanzia attraverso l’erogazione di prestazioni sanitarie, economiche, di servizi sociosanitari e domiciliari. Intorno al tavolo esperti delle discipline mediche, infermieristiche, riabilitative, sociali e del terzo settore di tutta l’Umbria.
Il convegno si è aperto con i saluti istituzionali. Paola Fioroni, vice presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Umbria e presidente dell’Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità, Massimo Rolla, garante regionale dei diritti delle persone con disabilità, Edi Cicchi, assessore alle politiche sociali del comune di Perugia. Subito dopo è stato presentato il “Rapporto indagine conoscitiva su persona con disabilità e assistenza territoriale”, elaborato da Patrizia Ferroni e Maria Cristina Pagliacci de La Pietra Scartata Aps intervistando i soci dell’associazione e di altre realtà del terzo settore, presenti su tutto il territorio regionale e di cui il 91% ha un’invalidità del 100%. Tra i dati emergenti, il fatto che meno di un quarto, il 23%, usufruisca più volte la settimana dei servizi territoriali, che oltre il 40% li consideri insufficienti. E sulla assistenza riabilitativa il 47% si rivolge ad un fisioterapista privato che va a domicilio e quasi il 39% a centri privati non convenzionati al SSN.