Unbound Architecture: al Ciac in mostra pagine, progetti e utopie

loading...

L’architettura non è più un monologo degli edifici costruiti e l’arte non diventa una teoria di opere presentate. Al contrario, entrambe si esprimono con voci infinite e simultanee che concorrono a un discorso di visioni, prospezioni, teorie e applicazioni di futuro.

Le azioni presentate dalla mostra Unbound Architecture sono quelle di squadernare, scompaginare, destrutturare e scomporre l’architettura in tanti brani e microstorie che risuonano con il campo artistico e poetico-letterario. Il risultato si potrebbe definire una mostra di Superarchitettura e Arte elementare costruttiva, una forma di coabitazione armonica ma conflittuale tra due discipline in perenne tensione reciproca. Un clima culturale di attrazione “indisciplinata”, dove l’architettura cerca il linguaggio artistico per astrarsi e l’arte conquista le spazialità elementari per edificarsi e concretizzarsi.

L’ordine espositivo al CIAC di Foligno parte dalle “stazioni di velocità” dinamiche del Futurismo e dei costruttivismi, passa dai surrealismi magici, attraversa la speranza progettuale del moderno, l’utopia di una società estetica, poi il progetto infelice e l’architettura innamorata del postmoderno per chiudersi con l’architettura “critica” contemporanea che investe le urgenze odierne.

 

L’ordinamento disegna diverse traiettorie culturali e movimenti artistici: Architettura dinamica (avanguardie), Architettura infinita (lo spazio continuo), Architettura elementare (il progetto primario), Architettura razionale-irrazionale (costruzione/decostruzione), Architettura dell’Immagine (Pop), Architettura interplanetaria (Super-architettura), Architettura concettuale (arte strutturale), Architettura del corpo (performance), Mega-architettura (lo spazio della città), Hardcore Architecture (lo spazio della crisi).

I diversi formati di pubblicazione preparano il terreno per una bibliografia inedita, transgenere e sperimentale: dal leggero manifesto-giornale al fascicolo, al pamphlet, al poster, alla tavola disegnata, al libro d’artista, sino ai modelli volumetrici e scientifici del libro catalogo, della pubblicazione di ricerca o del saggio teoretico.

In questa mostra, dunque, l’architettura non è più un monologo degli edifici costruiti e l’arte non diventa una teoria di opere presentate; al contrario, entrambe si esprimono con voci infinite e simultanee che concorrono a un discorso di visioni, prospezioni, teorie e applicazioni di futuro. Volumi, astrazioni e scritti che riguardano modelli costruttivi, abitacoli, megastrutture, piastre suburbane, piattaforme abitanti, rivoluzioni domestiche, capsule spazio-temporali, ripari nomadi, chiatte e vele.

Unbound Architecture è una mostra di spazi, di libri rari, stampati e immagini che accolgono codici eversivi di un’arte spaziale-strutturalista, di ambienti-tipo di architettura processuale e sperimentale, progetti di utopie urbane; quando invece il libro è disciplinare rivela i suoi codici innovativi tra i contenuti, le pagine e le tipografie spesso progettate dai migliori designer. Un testo “naturale” attraversa gli spazi del museo, costruito con il libero montaggio di brani e pagine estratti dai diversi libri in mostra.