“Afro Burri Capogrossi. Alfabeto senza parole”: inaugurata la mostra

Dal 18 aprile al 6 luglio 2025, Palazzo della Penna – Centro per le Arti Contemporanee di Perugia ospiterà la mostra intitolata “Afro Burri Capogrossi. Alfabeto senza parole”. L’esposizione esplorerà il percorso artistico di tre figure di spicco dell’Informale italiano: Afro Basaldella (1912-1976), Alberto Burri (1915-1995) e Giuseppe Capogrossi (1900-1972), analizzando il passaggio dalla figurazione all’astrazione.
Curata da Luca Pietro Nicoletti e Moira Chiavarini, con il coordinamento scientifico di Alessandro Sarteanesi, la mostra è prodotta e organizzata dal Comune di Perugia e Magonza, e vede la partecipazione della Fondazione Archivio Afro, della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri e della Fondazione Archivio Capogrossi. Attraverso oltre cento opere, provenienti dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dall’Accademia di Belle Arti di Perugia, e da numerose fonti private, l’esibizione si focalizza su un momento cruciale in cui i tre artisti superarono le ricerche figurative degli anni Trenta e Quaranta, intraprendendo una strada di espressione formale di respiro internazionale nei primi anni Cinquanta.
“Giocare con il titolo di questa mostra è quasi troppo facile”, ha commentato Vittoria Ferdinandi, Sindaca di Perugia. “Tuttavia, è innegabile che Palazzo della Penna stia ripartendo proprio dall’ABC, dalle fondamenta della sua storia museale recente. Dopo il successo dell’esposizione su Dorothea Lange, che ha attratto quasi 8000 visitatori e portato alla vendita di oltre 400 cataloghi, il nostro spazio per l’arte contemporanea si concentra ora su un periodo di grande fermento, riportando Burri in città e mettendolo a confronto con due straordinari compagni di viaggio come Afro e Capogrossi. Perugia riafferma il suo desiderio di contemporaneità, mentre Palazzo della Penna riprende il dialogo con il sistema artistico nazionale e internazionale.”
Secondo Marco Pierini, Vicesindaco e Assessore alle Politiche culturali del Comune di Perugia, “Con ABC, Palazzo della Penna riafferma la sua vocazione di Centro per le Arti Contemporanee, riportando a Perugia il maggiore artista umbro del Novecento, insieme ad Afro e Capogrossi, e raccontando quel delicato periodo del secondo dopoguerra in cui molti artisti, sia giovani che maturi come Capogrossi, si sentirono spinti a superare la figurazione per esplorare le molteplici strade dell’Informale.”
“Questa mostra – ha dichiarato Luca Pietro Nicoletti – racconta il cammino di tre grandi maestri del Novecento, ciascuno con una propria età ma uniti dallo stesso clima culturale, mettendo a confronto l’evoluzione delle loro ricerche in una fase cruciale. Dagli anni Trenta fino alla fine degli anni Cinquanta, compresa la drammatica parentesi bellica, il lavoro di Afro, Burri e Capogrossi si fa sempre più astratto. Così, i tre artisti entrano rapidamente nel circuito internazionale, raccontando al contempo un’Italia in cambiamento attraverso segni, colori e materiali.”
Oltre alla concomitanza temporale delle loro conversioni a un linguaggio di segno e materia, Afro, Burri e Capogrossi condivisero una presenza attiva a Roma, un luogo chiave per le loro indagini artistiche, che li portarono a esplorare modelli francesi e americani.
Roma fu infatti un crocevia di incontri e un trampolino di lancio verso la scena internazionale, in particolare quella newyorkese, dove le loro ricerche riscossero un notevole successo. Afro, per esempio, si trovava già a New York nel 1950 per collaborare con la Catherine Viviano Gallery, passando da una pittura neocubista a una astratta, caratterizzata da una forte libertà gestuale e un uso espressivo e lirico del colore. Alberto Burri, da parte sua, compì il passaggio all’astratto intorno al 1947-48, creando opere in cui la materia (legno, ferro, sacchi di juta, pietra pomice, plastica, cellotex e Vinavil) gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo di un nuovo alfabeto astratto. Capogrossi, il cui stile si distingue dalla matericità di Burri per la semplicità modulata del suo “segno”, divenne rapidamente un protagonista, tanto che nel 1955 venne rappresentato negli Stati Uniti, insieme ad Afro e Burri, alla significativa mostra “The New Decade. 22 European Painters and Sculptors” al MoMA.
Una sezione della mostra è dedicata alle opere su carta di Afro, Burri e Capogrossi, portando l’attenzione sul tema del disegno, che, entrando nei meccanismi più intimi dell’elaborazione creativa, rivela tentativi, ipotesi e idee innovative.
L’esposizione intende anche approfondire, attraverso materiali d’archivio, alcuni dei quali inediti, riviste, cataloghi dell’epoca e libri d’artista, l’interesse che critici, poeti e letterati mostrarono verso i tre artisti. Esemplari sono i casi di Emilio Villa, Leonardo Sinisgalli e Cesare Brandi.
A corredo dell’iniziativa, sarà pubblicato un catalogo Magonza – a cura di Luca Pietro Nicoletti e Alessandro Sarteanesi – che includerà un saggio di Nicoletti, una conversazione tra Moira Chiavarini, Tommaso Mozzati e Marcello Barison, due testi di approfondimento di Andrea Cortellessa e Francesca Romana Morelli, e tre schede sugli artisti firmate da Francesco Donola, Mattia Farinola e Gaia Simonetto.