Ceri mezzani, corsa sfrenata e con quattro cadute ma grande entusiasmo
Entusiasmo, spregiudicatezza, cadute, qualche ferito ma il clima della Festa riproposto coln l’esuberanza dei più giovani protagonisti. Anche la festa dei Ceri mezzani va in archivio e Gubbio si colora di una nuova giornata di grande partecipazione e calore. Complice anche un sole finalmente primaverile che ha accompagnato l’intera giornata, che come tradizione ripercorre tappa per tappa tutti i momenti del 15 maggio, con i ceraioli tra i 16 e i 23 anni a ripercorrere le orme degli adulti. Con qualche inciampo lungo la corsa pomeridiana, dopo l’alzata spettacolare del mattino in una Piazza Grande gremitissima e assolata e tre birate appassionanti. Poi, dopo la mostra, il via della corsa alle 6 dalla Callata dei Neri e subito il primo sussulto con la caduta di San Giorgio proprio nel cuore della vorticosa discesa, incidente che ha anche causato il ferimento di due persone ricoverate in ospedale. Nel secondo tratto della corsa, addirittura tre le cadute: prima è toccato al cero di Sant’Antonio alla fine della Calata dei Ferranti e pochi metri più avanti, quasi in contemporanea, è stato il cero di Sant’Ubaldo a cedere, all’altezza della cosiddetta “Salara” in piazza 40 martiri. Le parole finali del Cappellano dei Ceri Don Mirko Orsini sono state di plauso ai ragazzi, che hanno rinnovato l’omaggio al Patrono e alla plurisecolare tradizione. Una Festa che è in buone mani, al di là delle disavventure di corsa, nel senso della continuità dei gesti e soprattutto dello spirito che li anima.