Bob Dylan, nascosto dietro il piano, apre Umbria Jazz 50

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Le immagini del concerto sono una rarità.

Del resto, i video non si potevano fare: telecamere e cellulari erano offlimits e sigillati all’ingresso.

Ma state tranquilli, tanto pure chi c’era, venerdì sera all’Arena Santa Giuliana – Bob Dylan lo ha solo intravisto.

La scenografia era ridotta all’essenziale: immaginatevi un drappo rosso mosso dal vento, con qualche controluce, e cinque musicisti sul palco, di cui spesso si intuivano solo i contorni.

Spenti i maxischermi laterali.

Spazio solo alla musica, quindi. Immagine zero.

Per uno che, quando dovevano consegnargli il premio Nobel, nemmeno si è presentato, compiacere i propri spettatori  non deve essere esattamente il primo pensiero, eppure l’ottantaduenne Bob Dylan, nascosto dietro il suo pianoforte, un paio di interazioni, al pubblico, le ha regalate.

All’inizio, quando rivolgendosi alla platea ha chiesto sei i suoi musicisti fossero bravi.

E poi verso la metà del concerto, quando addirittura – in italiano – memore forse delle lezioni che seguì da ragazzo proprio a Perugia, gli è scappato un “grazie grazie”.

Come prevedibile, la grande apertura di Umbria Jazz è stata molto poco jazz – poca improvvisazione e molto controllo – come impongono le regole del menestrello americano che, nonostante i tempi siano ormai cambiati, non si è rimesso la maglia e continua a cantare in giro per il mondo.

Chiedendo che gli spettatori si concentrino sulla musica e non sul personaggio.

Eppure, si fa pagare da personaggio: 400 mila euro è costata la tappa perugina.

Un regalo per il mezzo secolo di vita della rassegna che ha preso il via nella giornata di venerdì.

Concerto cominciato con puntualità svizzera, tanto che alle 21,33 – mentre i ritardatari si affrettavano ad entrare – dall’interno già risuonavano le note delle sue canzoni, che sono famose soprattutto per le parole.

Opere di letteratura, degne del nobel, che mr Tamburino gratta per quasi due ore, con la sua voce inconfondibile

I fan sono estasiati.

I non fan magari in qualche passaggio si perdono, se non seguono le parole, ma percepiscono la portata dell’evento.

I 50 anni sono stati celebrati: la candelina è stata spenta.

Adesso, per Umbria Jazz, può cominciare la festa.