Alla scuola dell’esercito le lingue si studiano con l’IA

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Perugia si lancia come centro di studi sull’intelligenza artificiale. Lo fa proponendo momenti di riflessione su una tecnologia che nel panorama internazionale si sta sviluppando notevolmente. Alla scuola lingue estere dell’esercito si è svolto il primo convegno sull’intelligenza artificiale applicato all’insegnamento delle lingue. A dare inizio ai lavori il generale di brigata Pietro Romano. Dopo i saluti di rito, è stato il momento dei relatori la cui variegata provenienza geografica sottolinea l’importanza neazionale dell’incontro. Collegato online Padre Benanti, insegnante presso la Pontificia Università Gregoriana, presso l’università di Seattle e consigliere di Papa Francesco. Tra i professori che hanno esposto le loro tesi: Roberto Dolci dell’Università per Stranieri di Perugia, Attilio Galimberti dell’Associazione Nazionale degli Insegnanti di Lingua inglese, Silvia Gilardoni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Maria Mattioda dell’Università di Torino, Diana Peppoloni dell’Università di Perugia, Mirko Tavosanis dell’Università di Pisa. Tra le altre cariche: il capitano di fregata Gilberto Petrini del Centro Alti Studi della Difesa, il tenente colonnello Giovanni Simoncelli della Scuola Lingue Estere dell’Esercito e il Tenente Colonnello Gianluca Torbidone del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito.
Il convegno aveva l’obiettivo di mettere in luce i requisiti di strumenti operativi che impiegano l’intelligenza artificiale nei complessi rapporti, a volte anche conflittuali, tra uomo e macchina. L’IA è in continua crescita e ha un peso sempre maggiore nei vari ambiti della nostra quotidianità. Tra i settori bersaglio c’è anche lo studio delle lingue come ha dimostrato la scuola dell’esercito.