Fcu, c’è il cronoprogramma. Melasecche: "Riapertura totale nel 2026"
Non solo nodino, non solo gomma, ma anche ferro: i trasporti, nell’Umbria del futuro, dovranno essere integrati, trasversali e – si spera – intermodali. Così, Enrico Melasecche, mettendo in standby per qualche ora il suo lavoro per arrivare al Nodino, annuncia una svolta importante per il destino della Ferrovia Centrale Umbra, ferma ormai in diversi tratti da 4-5 anni.
Nella sala consiliare di Todi, davanti a parlamentari e rappresentanti delle istituzioni locali interessate, l’assessore ai trasporti della giunta Tesei ha annunciato il nuovo cronoprogramma che dovrebbe portare alla riapertura totale dei collegamenti ferroviari entro il 2026, quasi dieci anni dopo l’inizio della chiusura forzata a tappe.
Suulla dorsale ferroviaria che attraversa l’Umbria e che resta di proprietà della Regione, si muoveranno treni elettrici tipo POP.
Dopo la prossima apertura della tratta Sant’Anna-Ponte San Giovanni, chiusa da oltre 5 anni, per cui è previsto un investimento ulteriore di 3 milioni di euro; saranno stanziati quasi 5 milioni per la velocizzazione della Città di Castello-P.S. Giovanni, oltre agli ingenti investimenti già in corso: 130 milioni per la ricostruzione completa della tratta sud P.S.Giovanni-Terni, 46milioni entro per le tecnologie volte alla massima sicurezza e velocizzazione ERTMS; 30 milioni, entro maggio 2025, per gallerie e le altre opere civili.
Per la tratta Sansepolcro-Città di Castello si parla di 26 milioni da impegnare gradualmente, dal nuovo armamento da terminare entro il luglio 2024 fino alla riattivazione della linea entro il 2025.
Cifre e date che – ha assicurato Melasecche – sono certificate formalmente dalla società RFI, che negli anni scorsi ha preso in carico la gestione strutturare della rete