Ospedale, inaugurata statua del “salvatore delle madri”
Ha trasgredito le regole dell’epoca con un’intuizione che ai nostri occhi appare scontata ma di cui 200 anni fa non ne fu compresa la portata: l’importanza di lavarsi bene le mani in medicina. Era il 1847 quando Il medico ungherese Ignác Semmelweis scoprì a Vienna che la febbre puerperale, che uccideva fino anche al 40% delle donne che partorivano in ospedale, era un’infezione dalla stessa natura di quella che metteva in pericolo la vita dei chirurghi che si ferivano accidentalmente durante autopsie o durante interventi su pazienti infetti.
Il lavaggio delle mani avrebbe permesso di salvare vite umane.
Per questo il suo appellativo è “il salvatore delle madri”.
Da oggi, in piazzale Gambuli, c’è una statua che ricorda -a chi passa per entrare o uscire dal Cup dell’Ospedale di Perugia- la sua scoperta che fu motivo di derisione da parte dalla comunità dei ginecologi dell’epoca. Ebbe, certo, anche l’appoggio di alcuni medici viennesi lungimiranti, ma non bastò.
Alla cerimonia di scopertura, istituzioni e autorità.
L’opera d’arte è stata donata dalla Semelweis University, Ateneo statale ungherese con sede a Budapest che, per ricordare Semmelweis a 200 anni dalla nascita, alcuni anni fa, ha deciso di donare una statua del prestigioso scienziato a varie città di tutto il mondo.
Sono già state erette 25 statue di Semmelweis in 20 Paesi di quattro continenti.