Dossieraggio, c’è pure uno 007. Mercoledì in Commissione Antimafia

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“Se vuoi ti posso mandare un file che nessuno ha, neanche in finanza, ove ci sono le 500 imprese italiane rette dai russi”: lo scriveva il luogotenente della Gdf Pasquale Striano, accusato dalla Procura di Perugia di accesso abusivo ai sistemi informatici e rivelazione di segreto, al funzionario dei Servizi finito nell’indagine per le stesse accuse.

Il messaggio, che risale al 17 marzo del 2022, è citato nella richiesta di misura cautelare avanzata dai pm umbri.

Lo 007 indagato – come risulta da alcune ricostruzioni giornalistiche – per presunti dossier a carico di politici e vip nella quale sono indagati anche l’ex pm Antonio Laudati e il tenente Striano, non ha incarichi operativi all’interno dell’Aise – l’Agenzia per la sicurezza esterna – e non li ha avuti neanche in passato. Lo apprende Ansa da fonti di governo.

Queste sono le ultime novità sul caso dossieraggio che il prossimo 11 settembre finirà davanti alla commissione Antimafia. La questione sarà affrontata nell’ambito dell’ufficio di presidenza: non si esclude che possano essere valutate eventuali audizioni sulla vicenda.

Intanto, i parlamentari della Lega chiedono “chiarezza”  a proposito dell’inchiesta della procura di Perugia su  presunti dossier che avrebbero riguardato soprattutto la Lega e il centrodestra.

E il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, parla di complotto smascherato dagli inquirenti, di cui lui sarebbe stato vittima.

“Gli accertamenti contenuti nell’ordinanza a firma del procuratore capo Raffaele Cantone – precisa Gravina – certificano l’innesco inquinato dell’indagine a mio carico, e cioè ‘la falsità della proposta investigativa e l’illiceità dell’attività di approfondimento posta in essere'”.