Capanne, protesta per un trasferimento, dà fuoco alla cella e muore

Capanne, protesta per un trasferimento, dà fuoco alla cella e muore

Era stato spostato dal Reparto penale a quello circondariale, nella “Terza Sezione” del carcere di Capanne, da tempo al centro delle critiche dei sindacati, che ne denunciano la fatiscenza.

Così, per protesta, un detenuto straniero ha dato fuoco a tutto quel che aveva in cella, rimanendo ucciso nell’incendio.

L’uomo era stato spostato  ed è lì che ha inscenato la folle e drammatica protesta che gli è costata la vita.

A raccontarlo, in una nota, il Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria.

Sono stati gli stessi agenti a soccorrerlo e portarlo in ospedale, nell’estremo tentativo di salvargli la vita.

Purtroppo inutilmente.

Poche ore prima sempre il Sappe aveva dato notizia di un incontro con il direttore generale Beni e Servizi dell’amministrazione penitenziaria, Antonio Bianco, durante il quale erano state illustrate quelle che vengono definite “gravi criticità strutturali” del reparto circondariale del carcere di Perugia. Criticità che alla luce della tragedia consumatasi nella mattinata di mercoledì, ora diventano se possibile ancora più urgenti.

Il sindacato denunciava infiltrazioni di acqua piovana, scarsa igiene, addirittura residui di escrementi umani, lanciati dai detenuti nel tentativo di colpire il personale.

Ulteriore criticità riguarda i cancelli automatici, che risultano non funzionanti da diverso tempo. Questo non solo complica il regolare svolgimento delle attività quotidiane, ma rappresenta anche un potenziale rischio per la sicurezza dell’intera struttura, considerando la necessità di una tempestiva gestione degli accessi e della movimentazione interna.

Che si tratti di una vittima del sistema carcerario o di una tragica fatalità saranno i magistrati a deciderlo; resta la notizia dell’ennesima vittima, un detenuto di 56 anni, di cui al momento non sono state rese note le generalità.

La salma è a disposizione dell’autorità giudiziaria.