Industria alimentare: un nuovo contratto per 10mila umbri
L’industria alimentare ha mostrato di tenere durante i mesi del lockdown e anche nella cosiddetta fase 3. Un risultato che ha avuto una immediata ripercussione nelle tasche dei lavoratori con un aumento in busta paga di 119 euro lordi, frutto del rinnovo del contratto di lavoro. A presentare questa novità sono stati i rappresentanti di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil in una conferenza stampa che si è tenuta presso il Circolo della Perugia a Sant’Andrea delle Fratte a Perugia. L’accordo è stato sottoscritto il 31 luglio scorso ed interessa nella nostra regione circa 10mila lavoratrici e lavoratori. Tra i punti qualificanti del rinnovo: l’introduzione di specifici piani di formazione pre-assunzione; recepimento dei contenuti del Patto della Fabbrica su partecipazione e coinvolgimento dei lavoratori; obbligo, da parte dell’azienda, in caso di mancata iscrizione al sistema di welfare, a versare 20 euro mensili in busta paga; lavoro agile, a partire dal diritto alla disconnessione e alla privacy; una giornata dedicata al tema della sicurezza sul lavoro; migliorata la normativa degli appalti; in materia di congedi parentali vengono ampliati sia quelli retribuiti che non retribuiti; rinviato al 1° gennaio 2025 il versamento del contributo da parte dei lavoratori al fondo di assistenza sanitaria Fasa; prolungamento dell’esenzione dal lavoro notturno per le lavoratrici che rientrano dalla maternità e per i padri in condizione di monogenitorialità.
I sindacati hanno parlato di cambiamento importante da applicare a tutto il comparto alimentare. Con alcuni nodi: il mancato recepimento del contratto da parte del settore delle acque minerali. Per le sigle il trattamento deve essere esteso a tutti i settori dell’alimentare altrimenti scatterà la mobilitazione.