Ristori Covid, dai comuni Umbri milioni di euro torneranno allo Stato
I Comuni che non hanno utilizzato tutti i fondi messi a disposizione per i ristori Covid nel periodo 2020-2022, o che ne hanno ricevuti in surplus, dovranno restituirli allo Stato.
Tutto nasce dal decreto ministeriale dello scorso 19 giugno che, in sostanza, ridetermina la regolazione finanziaria delle risorse Covid dei tre anni in questione. Con quel documento è stata stabilita la restituzione in quote per le annualità che vanno dal 2024 al 2027.
Per i Comuni la restituzione avverrà attraverso una trattenuta, in quote costanti nel 2024-2027, dal fondo di solidarietà comunale, effettuata dal ministero dell’Interno.
E la prima rata scade già il 30 settembre.
Anche per i comuni umbri. In primis i due capoluoghi Perugia e Terni.
Ma ce ne sono molti altri.
Per il capoluogo si parla di una cifra ragguardevole: due milioni e 160mila euro di soldi non utilizzati, che ora dovranno tornare a Roma. Lo si evince dalla tabella di riepilogo – allegato C – pubblicata sul sito del ministero.
Per la maggior parte si tratta di mancato utilizzo del Fondo 2021 per le agevolazioni Tari alle categorie economiche interessate dalle chiusure obbligatorie o dalle restrizioni nell’esercizio delle rispettive attività. Oltre un milione e 700mila euro di soldi che o non sono serviti o non sono stati spesi per intoppi burocratici. E questo è indicato nell’allegato A, che suddivide le cifre per Anno.
Il capoluogo perugino, fra i comuni italiani, è uno di quelli che deve restituire più soldi. Tanto per fare un paragone: più di alcune metropoli come Roma, Bologna e Venezia. Solo Napoli è messa peggio: 2.9 milioni di euro. Milano addirittura 11 milioni, ma si tratta di surplus di erogazione.
Tornando all’Umbria, nella lista c’è anche Terni, ma l’importo è decisamente inferiore a quello di Perugia: 249.008 euro, di cui oltre centomila euro per la solidarietà alimentare e 96mila per il fondo misure urgenti di solidarietà e pagamento dei canoni di locazione e delle utenze domestiche. Anche in questo caso incidono le agevolazioni Tari, ma solo (si fa per dire) per 51mila euro.
Da Palazzo Spada – scrive umbriaon.it – hanno già pubblicato la relativa determina.
Il calcolo è stato effettuato anche per le amministrazioni provinciali: quella di Perugia dovrà restituire 49mila euro, quella di Terni appena 2.235 euro.
Tornando alle città umbre: Foligno deve restituire 855mila euro (ma per un surplus di erogazione, non per mancato utilizzo). Città di Castello deve restituire 4750 euro, Assisi ha addirittura utilizzato più del dovuto, per una cifra di 595mila euro, Marsciano, fra surplus e fondi non utilizzati, arriva a 148mila euro; Todi a 165mila, Piegaro circa 81mila euro di solo surplus.
Curiosità: Gubbio e Spoleto hanno i conti a zero, quindi non dovranno restituire nulla.
Inezie quelle pendenti su Città della Pieve (474 euro) e Narni (appena 249 euro).