Da domani in vigore il nuovo Dpcm: ecco le limitazioni
Chiusura alle ore 18 di tutti i ristoranti, i bar e le gelaterie.
Salvi i negozi al dettagli, pur nel rispetto del distanziamento.
Stop a cinema, teatri, casinò, sale scommesse e parchi tematici.
Ferma l’attività di palestre, piscine, centri benessere e centri termali.
Chiusi anche gli impianti sciistici, che possono essere utilizzati solo dai professionisti per gli allenamenti
Sospese anche le feste dopo i matrimoni.
Vengono fermate anche le fiere, i congressi, i convegni in presenza.
Le crimonie pubbliche si devono svolgere senza la presenza di pubblico.
Cade quindi il limite dei 30, previsto dall’ultima ordinanza regionale.
Salve le funzioni religiose, si possono svolgere consentendo la distanza di un metro tra i fedeli ed evitando assembramenti, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi di culto.
Nelle scuole superiori, la cui apertura, con tutto di assembramenti nei mezzi pubblici, avrebbe portato a questo picco di contagi secondo gli esperti, sarà possibile portare la didattica a distanza anche oltre il 75%.
Queste alcune delle misure inserite nel nuovo decreto del presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, firmato nella notte fra sabato e domenica.
Sarà in vigore da lunedì 26 ottobre fino al 24 novembre.
Di fatto, non più del 25 per cento degli studenti potrà frequentare le scuole: una misura che abbassa ulteriormente la soglia rispetto al 50% previsto dall’ultima ordinanza della Regione Umbria.
Le scuole primarie e dell’infanzia, per il momento, rimangono in presenza.
Per i ristoranti salvo il pranzo della domenica, dopo che si era addirittura ipotizzato un vero e proprio lockdown domenicale.
Infine, viene "fortemente raccomandato" lo smartworking e lo spostamento dalla propria abitazione solo per motivi di lavoro o di salute: non un divieto, quindi, ma una raccomandazione, che fa leva sul buon senso e sullo civismo degli imprenditori e dei cittadini. Al momento non è previsto il ripristino delle autocertificazioni, che avevano caratterizzato il primo lockdown.
Strade o piazze dove c’è pericolo di assembramenti possono essere chiuse alle ore 21 dai sindaci, per prevenire assembramenti.
Come di consueto, le Regioni dovranno ora ratificare le misure e avranno facoltà di inasprirle ulteriormente (ma non di alleggerirle) con apposite ordinanze.
Lo slittamento della firma, stando a quanto trapela, sarebbe avvenuto proprio in virtù del serrato confronto con le regioni, che chiedevano al governo di farsi carico delle misure più restrittive e, soprattutto, di compensarle con aiuti economici alle imprese costrette a limitare la propria attività e quindi gli introiti.