Ass. Insieme contro il Cancro: “Va migliorato il percorso di cura”
La diagnostica per immagini al centro della terza tavola rotonda organizzata dalla rete di associazioni Insieme Umbria contro il Cancro.
L’evento, che si è tenuto sabato 20 gennaio presso il ‘Green Business Center’ del Barton Park a Perugia, chiude la progettualità prevista per il 2023, con l’obiettivo di approfondire attraverso il contributo di opinione dei professionisti le prospettive e le criticità del percorso di cura del malato oncologico.
Insieme Umbria contro il Cancro con questo evento insiste per la piena attuazione della Rete Oncologica regionale e la sua funzionalità per la presa in carico del paziente oncologico e oncoematologico all’interno delle quattro strutture di accoglienza presenti in Umbria.
“Esprimiamo ancora una volta senza imbarazzo alcuno – dichiara la referente Cristina Gugnoni – una forte preoccupazione per la disattesa applicazione in questi anni del DM 70 in merito alla Rete Oncologica regionale, ritenendola l’unico strumento in grado di aiutare il difficile percorso dei malati oncologici alla luce anche della recente riforma sanitaria messa in atto dal governo della nostra Regione. Insieme Umbria contro il Cancro si rende disponibile a lavorare sin da subito alla piena realizzazione della Rete Oncologica Regionale a patto che ciò avvenga anche nella fase della costruzione del percorso. Insieme è nata per questo e risponde solo agli associati e ai pazienti dalle associazioni che ne fanno parte”.
Dal grido delle associazioni alle risposte dei professionisti. a cominciare dal Dr. Michele Duranti, Direttore del dipartimento diagnostica per immagini struttura complessa di radiologia dell’Azienda Ospedaliera di Perugia.
“Riceviamo quotidianamente questo grido di allarme da parte dei pazienti oncologici e facciamo il possibile per dare delle risposte concrete. Abbiamo allargato l’offerta delle prestazioni e un loro concreto miglioramento. Stiamo cercando di garantire un’uniformità degli esami e soprattutto, cosa più importante, che il paziente possa usufruire delle prestazioni nella struttura più vicina a casa”.