Rosi e quei baci alla maglia del Grifo. Un’esultanza speciale che non si vedeva tempo
Un bacio, poi un altro, e poi un altro ancora. Un gesto che non si vedeva da tempo , baciare lo stemma sulla maglia, quello compiuto ieri da Aleandro Rosi dopo il gol che ha sbloccato la partita di Ravenna e che è piaciuto ai tanti tifosi che l’hanno notato.
Rosi è stato il capitano del Perugia retrocesso in C ed anche per buona parte di questa stagione, prima di finire ai margini della prima squadra per qualche giorno.
Poi è rientrato in gruppo e ha atteso il suo momento: allenandosi bene, come sempre d’altronde.
Rosi lavora molto in palestra e questo lavoro gli ha permesso di irrobustire il suo fisico a scapito di una certa velocità che lo ha contraddistinto negli anni più importanti della sua carriera.
Ma si è completato, può ricoprire più ruoli e questa “struttura” gli ha permesso di adattarsi anche nel ruolo di difensore puro dove i contatti con gli avversari sono più frequenti. Ma anche di farsi rispettare nell’area avversaria quando capita l’occasione. Come a Verona contro la Virtus, come ieri quando ha conservato con forza un pallone dentro l’area, poi allargato per Elia, e quindi di prevalere sulla palla vagante respinta dal portiere ravennate Tomei.
Poi la corsa, circondato dai compagni, per sfogare l’adrenalina del momento con il particolare del bacio, ripetuto più volte, alla maglia. Mostrando lo stemma del Grifo. Un gesto sicuramente spontaneo e sentito per sfogare, forse, un avvenuta in biancorosso con più bassi che alti e sfociata nell’amarissima retrocessione dello scorso agosto. E’ piaciuto anche a noi il gesto di Rosi: non ci eravamo più abituati.